Il massimo livello mai raggiunto

15 Marzo 2013
IL MASSIMO LIVELLO MAI RAGGIUNTO DALLA NAZIONALE

L’articolo di Riccardo Schiroli per la Fibs

Marco Mazzieri (a destra) e il pitching coach Bill Holmberg (Ezio Ratti-FIBS)

Chi si sarebbe mai sognato di superare il primo turno del World Baseball Classic e di competere da pari a pari contro squadre infarcite di campioni che ci mettono in soggezione anche quando li vediamo in televisione?

Ora “Programmiamo e avviamo il rinnovamento” dice Mazzieri

Ho volutamente aspettato che la partita tra Repubblica Dominicana e Stati Uniti si giocasse, perchè non si sa mai.

Avessero gli Stati Uniti dominato, ci sarebbe stato di sicuro qualcuno pronto a sminuire quel che ha fatto l’Italia. E volevo essere pronto e con tutte le informazioni a mia disposizione.Non è che io avessi molti dubbi sul valore della Repubblica Dominicana. Basta seguire marginalmente il baseball di Major League per conoscere il valore di questa squadra. La Repubblica Dominicana è un paese di 10 milioni d’abitanti dei quali un 9.9 milioni probabilmente gioca a baseball. E’ il secondo paese al mondo che dà giocatori alle Grandi Leghe.

Il secondo dopo gli USA, ovvio. Che di abitanti ne hanno un 300 milioni abbondanti.Cosa sia stata la partita tra Stati Uniti e Repubblica Dominicana è già scritto nella sezione dedicata al World Baseball Classic del sito.

Almeno, spero di essere riuscito a trasmettere le emozioni che ho provato io. Fosse solo una parte.Per la cronaca, la copertura del World Baseball Classic continua massiccia nella sezione apposita del sito. Le 3 partite di San Francisco le porteremo ovviamente poi anche nella home page.A proposito di spiegarsi bene, spero di essere in grado di trasmettere la portata di quello che l’Italia ha fatto. Io ho seguito la genesi del World Baseball Classic, un progetto che ha iniziato a essere concreto dopo le Olimpiadi di Atene.

Ecco: non avrei mai creduto di poter vedere nel tempo che mi è concesso sulla terra una squadra italiana arrivare al secondo turno e giocarsela con la Repubblica Dominicana (che si può permettere di tenere in panchina Aybar e ha 4 rilievi, da mettere uno dietro l’altro, che lanciano cambio e slider a 85 miglia orario) o Portorico (l’altro giorno, sono salito in ascensore con Angel Pagan e gli stavo quasi per dire che è uno dei miei idoli da sempre; poi lui mi ha detto “good night, sir” e ho capito che avevo rischiato di non essere adeguatamente professionale).Voglio dire: questi giocatori noi siamo abituati a vederli in televisione, a comprarli a Fantasy Baseball. Solo 7anni fa, nel corso del primo Classic, era già da raccontare ai nipotini il fatto che Mike Piazza si fosse messo la casacca Italia e che eravamo riusciti a sopravvivere ai turni di battuta di Albert Pujols e Big Papi Ortiz.

L’Italia non ha mai finito un World Baseball Classic a zero vittorie (al contrario del Canada, di Taiwan, dell’Australia, di Panama…tutti paesi che hanno un movimento che storicamente è superiore al nostro).Quest’anno l’Italia ha giocato il secondo turno, mentre il Venezuela di Miguel Cabrera è tornato a casa.

Penso che si possa anche fare l’atto di coraggio, per una volta, di riconoscere che quell’operazione che è iniziata nel 2005, beccandosi l’accusa di “dare in leasing la maglia della nazionale”, abbia portato il baseball italiano a livelli che non erano nemmeno concepibili fino a pochi mesi fa. Io lo ammetto: non avrei scommesso, sul passaggio del turno della nazionale. Ero sicuro che avessimo una buona squadra (specie in battuta), ma di certo non credevo che sarebbe stata in grado di bastonare fino alla manifesta inferiorità il Canada o di battere Sergio Romo, che avevo visto trionfare (appunto, in TV) nelle World Series 2012.

Quell’operazione (così osteggiata, all’inizio) ha coinvolto una superstar come Mike Piazza al punto che lo abbiamo ritrovato a insegnare ai ragazzi dell’Accademia. Un veterano come Frank Catalanotto tanto che ha partecipato a un’All Star Game. Un coach del valore di Sam Perlozzo, che ha accettato di lavorare per l’Italiapur in un ruolo da semplice comprimario. E potrei continuare, ma credo che il concetto sia chiaro.

Detto tutto questo, è ovvio che all’Italia è mancato qualcosa nel momento decisivo. E sto parlando prevalentemente della partita con Portorico. La difesa non ha sorretto i lanciatori (al sesto inning, si sono di fatto visti 5 out…) che, da parte loro, sono stati fantastici nel partente Maestri e nel primo rilievo Cooper. La combinazione Pugliese, Sweeney, Venditte invece (sia contro la Dominicana che contro Portorico) è piaciuta meno.

E anche se affrontare line up di Major nelle riprese finali può essere davvero una sfida, mi permetto (serenamente) di aggiungere che qualche second guessing (come dicono qui) ci può anche stare.E’ mancato qualcosa e l’Italia è andata così vicina a fare un’impresa leggendaria, che è ovvio che le 2 sconfitte di un punto sono difficili da digerire. Sarebbe strano il contrario. Le sconfitte sono tutte onorevoli, se arrivano dopo aver dato quello che si aveva da dare. Ma io personalmente diffido di chi di una onorevole sconfitta è contento.In conclusione, è logico a questo punto chiedersi: come prosegue l’avventura azzurra?E’ molto lucido al riguardo il manager Marco Mazzieri, al quale affidiamo la risposta: “Con questo Classic penso sia arrivato al massimo possibile il programma iniziato nel 2007.

Voltiamo pagina, per migliorarci sempre e programmare e avviare un rinnovamento che spero ci mantenga a questi livelli per il Classic 2017”.