Maestri nel batti e corri

6 Luglio 2012
MAESTRI NEL BATTI E CORRI

Ottimo lanciatore, dopo essersi fatto le ossa nel campionato Usa e in quello australiano, Alex Maestri è cresciuto in Giappone, dapprima con i Kagawa Olive Guyners ora con i Buffaloes Orix di Osaka. A giorni debutterà in Nippon Baseball League

È fatta, il pitcher italiano Alessandro Maestri si trasferisce dai Kagawa Olive Guyners (Lega Indipendente Shikoku) ai Buffaloes Orix di Osaka (Nippon Baseball League, la Major League giapponese).

Il passaggio effettivo avverrà sabato 7 luglio. Un bel salto di qualità, atteso e meritato. Cesenate, classe 1985, azzurro al World Baseball Classic nel 2006 e nel 2009, prima di approdare in Giappone Maestri ha giocato negli Usa e in Australia.

La sua fastball, lanciata a 150 km/h, aveva impressionato quelli della prefettura di Kagawa che lo hanno ingaggiato. Li ha ripagati con prestazioni d’eccellenza consentendo ai Guyners di vincere il girone d’andata e accedere così direttamente ai playoff 2012.

Straordinario il suo rendimento con i Guyners  (12 salvezze, 2 vittorie e una media punti guadagnati di 1.32), più che logica la proposta di giocare con i Buffaloes in NPB, la Major League giapponese. Il baseball in Giappone nasce solo nel 1936 ma si sviluppa rapidamente. Gli Orix Buffaloes hanno vinto dodici volte la Pacific League e quattro volte il titolo nazionale. Ultimamente non girano al meglio: nel 2010 la squadra è finita quinta, nel 2011 quarta. Quest’anno sono attualmente ultimi nel girone. Maestri giocherà con il numero 91.

A quanto pare i Buffaloes sono in procinto di inserirlo nella rotazione come partente. Vediamo dove e come nasce Alex Maestri, soprattutto come lo ricorda Davide Sartini il suo primo allenatore a Rivabella: “Alessandro aveva sì e no 7 anni quando lo accompagnarono al campo. Giocava già Francesco, il fratello maggiore. Un giorno la mamma si presentò anche con Alessandro. Era piccolino ma se non si fosse imbarazzato a giocare con ragazzi più grandi si poteva fare. Scoprimmo che si muoveva con naturalezza, aveva già il suo guantone e sapeva come usarlo, come prendere la pallina, come tirarla, come colpirla con la mazza. E quando sua mamma, il primo giorno, venne a prenderlo le dissi: “Sì, sì, per noi va bene, può continuare a fare del baseball, anzi penso che un giorno diventerà forte…”

Buon profeta, Sartini. Ma ascoltiamolo ancora: “All’esordio giocava con gli under 12. Lui ne aveva 7. Verso i 10 anni ha cominciato a lanciare, prima era bravissimo anche come interbase. E batteva pure. Ricordo che quando si andava a fare dei tornei, lui regolarmente si portava a casa la Coppa come miglior lanciatore o come miglior battitore, anzi a volte vinceva entrambi i premi. A Torre Pedrera s’era formato un bel gruppetto di giovanissimi: il 1997 è stata l’annata doc, vincemmo lo scudetto della categoria Ragazzi.

Lui ha fatto tutto il settore giovanile a Torre Pedrera. Era ancora un cadetto e già faceva parte della Nazionale juniores. A 17 anni è passato in prima squadra nel Torre Pedrera, in serie B, ma quella serie gli stava stretta. Dopodiché è andato a giocare in A con il San Marino. Contemporaneamente ha scelto l’Accademia FIBS di Tirrenia, per migliorare il suo baseball e proseguire negli studi”.

Dal 2006 Alessandro è professionista. E sono arrivate progressivamente le soddisfazioni.