Relatori della coach convention – Anche Maestri sul palco

24 Gennaio 2016

SI E’ APERTA A ROMA LA COACH CONVENTION

Anche Alessandro Maestri tra i relatori della coach convention

L’articolo di Riccardo Schiroli della Fibs.

Tra i relatori della coach convention anche il lanciatore riminese Alessandro Maestri.

Presentati i relatori della coach convention, e prima degli interventi strettamente tecnici, è stato introdotto il tema del Giappone, il contributo straniero di questa edizione. Hanno parlato Filippo Coppola e Luigi Giuliani, poi il giornalista della Gazzetta dello Sport Mario Salvini ha intervistato Alessandro Maestri, il primo italiano a raggiungere le Grandi Leghe NPB

Maestri tra i relatori della coach convention

Si è aperta all’hotel Sheraton Parco de’ Medici di Roma la trentunesima edizione della Coach Convention del baseball e del softball italiani.
La presentazione dei relatori della coach convention è stata moderata da Gianluigi Calestani, voce ben nota agli appassionati.

Come è noto, il contributo straniero all’edizione 2016 della Convention è quello del Giappone. I relatori sono nomi importanti come Akinori Iwamura (10 anni nelle Grandi Leghe del suo paese e poi una significativa esperienza ai Tampa Bay Rays nell’American League) Shinji Kurano (ex pitcher e attualmente pitching coach dei Fukuoka Hawks) e Go Ono (dopo aver lanciato in Giappone, ebbe un’esperienza a San Marino nella IBL 2003) per il baseball; Taeko Utsugi (prima giocatrice e ora manager pluri decorata), Masumi Mishina (seconda base della nazionale giapponese, medaglia d’oro olimpica a Pechino), Mariko Masubuchi (lanciatrice di primo piano e istruttrice) per il softball.
Prima di entrare nel vivo degli interventi tecnici, il mondo del baseball giapponese è stato presentato ai coach dagli interventi di Filippo Coppola (collaboratore dei siti BaseballMania.eu e MLBItalia.eu) e Luigi Giuliani (docente dell’Università di Perugia e collaboratore del sito Baseball.it; ha parlato degli haiku e del baseball nella letteratura giapponese.

Una testimonianza di prima mano sul baseball pro nipponico è arrivata da Alessandro Maestri, il primolanciatore europeo ad arrivare nella NPB, intervistato dal giornalista della Gazzetta dello Sport Mario Salvini.
Maestri ha raccontato della sua ascesa da una lega indipendente: “Il primo impatto con il baseball giapponese è stato strano. Sono arrivato di sera e il mattino dopo mi hanno presentato la squadra. Ho stretto la mano a uno dei compagni e quando lui diceva You io rispondevo Alex. Poi ho capito che non parlava in Inglese, ma si chiamava Yu…Il primo allenamento degli interni mi ha colpito per l’intensità e…le urla”.
La settimana dell’esordio con la maglia degli Orix Buffaloes Maestri la ricorda bene: “E’ stata piena di emozioni. Avevo sempre i giornalisti attorno. Il giorno della prima partita ero nervoso, ma me la sono goduta. A cominciare dal pre partita, visto che sono uscito 5 minuti prima dello stretching per dare un’occhiata al pubblico sulle tribune”.
Proprio l’attenzione dei tifosi e dei media è una caratteristica del baseball nipponico: “Sì, lì è lo sport nazionale e i giocatori sono letteralmente idolatrati. Trovi il baseball ogni volta che apri un giornale e ogni volta che ogni volta che accendi la televisione”.

Ovviamente, ad Alessandro è stato necessario anche un adattamento tecnico: “Con i corridori in base, ho dovuto utilizzare per forza il caricamento con lo slide step. In Giappone lo pretendono, visto che la rubata è una eventualità molto probabile”.
Maestri ha sottolineato la cultura del lavoro: “Il primo giorno di Spring Training del 2013 mi ricordo di essere andato in campo alle 9 e di essere uscito alle 18, con un’ora scarsa di pausa per il pranzo…”.
E tutto a mille: “Tutto a mille e tutto con 1.000 ripetizioni…”.
La natura del giocatore giapponese è improntata all’umiltà e al rispetto: “Anche le star cercano di fartisentire a casa. I giapponesi ti chiedono nome, cognome, se hai un soprannome e l’età. Nella loro cultura c’è il concetto di rispetto nei confronti delle persone di età maggiore. I giapponesi giocano mettendosi a disposizione della squadra, è una cultura particolare. Non a caso gli stranieri non riescono a rimanere molti anni. Chi torna, di solito è perché rispetta la loro cultura e il loro modo di essere”.

Salvini ha chiesto a Maestri se ha notato una certa diffidenza verso i gaijin, gli stranieri (in Giapponese, significa letteralmente persona esterna): “Viene anche dalla difficoltà che i giapponesi hanno a comunicare, pochi conoscono l’Inglese….”.
Tu parli la loro lingua? “La parlo il giusto…”.
E c’è nessuno che ti ha chiesto se davvero in Italia si gioca a baseball? “Beh, questo me lo hanno chiesto ovunque, non solo in Giappone”.
In conclusione, è stato affrontato il tema del futuro di Maestri: “I Buffaloes mi hanno rilasciato, sono cose che possono capitare. Ho passato un inverno difficile e penso che ripartirò da una lega indipendente, sperando di meritarmi ancora la chiamata nella NPB”.