Torero

Sara’ Maestri il torero nell’arena dello stadio di Jalisco

10 Marzo 2017

SARA’ MAESTRI IL TORERO NELL’ARENA

Il riminese sarà il partente azzurro nella bolgia dello stadio Charros de Jalisco contro i padroni di casa.

Le motivazioni dei ragazzi di Mazzieri

L’articolo di Matteo De Simoni.

Una cosa è parlare di tori, un’altra è stare dentro l’arena…: questa la tradizionale frase motivazionale che il manager azzurro Marco Mazzieri ha lasciato sulla lavagna dello spogliatoio lasciato a disposizione della nostra nazionale nel centro di allenamento degli Oakland A’s a Mesa, ieri, giorno dell’ultima amichevole in Arizona. Un modo, anche per preparare i suoi giocatori all’atmosfera incandescente che troveranno stanotte nello stadio Charros de Jalisco a Guadalajara.

L’Italia è atterrata a Guadalajara alle 22,30 circa di ieri sera (5,30 in Italia) e, a causa di qualche contrattempo in aeroporto, solo dopo circa 3 ore e mezza ha preso possesso dell’albergo nel centro della città (“ Mi raccomando, uscite sempre inngruppo, perché qui è pericoloso”, hanno ammonito gli uomini della sicurezza) che la ospiterà fino a domenica. Solo a tarda ora, quindi gli azzurri hanno potuto prendere sonno per l’ultima dormita prima dell’esordio previsto per questa sera alle 21,00 (03,00 della notte in Italia) nella bolgia dello stadio Charros de Jalisco, contro i padroni di casa. Che siano state o meno le macumbe dei messicani non è dato saperlo, ma ad ogni modo il gruppo di Mazzieri è pronto per l’evento, atteso ormai in modo spasmodico.

Sarà Alessandro Maestri ad aprire sul monte di lancio il nostro World Baseball Classic. E’ l’unico azzurro ad aver preso parte a tutte le edizioni della manifestazione, risultando sempre tra i migliori. I tifosi italiani ricorderanno con grande piacere in particolare le sue due “partenze” del 2013 con Canada e Dominicana. Secondo lo staff tecnico, per caratteristiche e per precedenti, è il più indicato per affrontare il line-up della squadra di Edgar Gonzales. Si vedrà poi quale sarà la strategia che adotteranno Mazzieri e il suo staff per quanto riguarda l’utilizzo dei rilievi, in base all’andamento del match.

Non dovrebbero esserci particolari dubbi per quanto riguarda invece lo schieramento difensivo: Cervelli sarà dietro il piatto, con Colabello in prima, Descalso in seconda, Liddi in terza e Cecchini interbase. L’unico dubbio riguarda l’esterno sinistro, con il ballottaggio tra Segedin e Maggi. Nel primo caso Butera sarà il designato, nel secondo, lo stesso match winner della sfida contro i Cubs dovrebbe ricoprire il ruolo di DH. Nimmo al centro e Andreoli a destra completano lo schieramento.

il Messico ci teme. Questo è un fatto e lo dimostrano gli oltre 20.000 che affolleranno lo stadio Charros de Jalisco, ma anche le dichiarazioni di stampa e giocatori negli ultimi giorni. Merito dell’impresa azzurra al Salt River Fields di quattro anni fa, ma anche del successo sui Cubs campioni del Mondo di martedì pomeriggio. L’ultima amichevole non ha sorriso ai sudamericani, che hanno perso per 10-4 con Arizona D’Beck’s, proprio sul diamante di Salt River Fields. Tuttavia, gli ultimi risultati non hanno impedito a Sergio Romo, uno che con l’Italia ha un conto in sospeso, di affermare: ”Questa squadra è la più forte che il Messico abbia mai avuto!”. Tutta spocchia, come quattro anni fa? Lo vedremo, è certo che gli azzurri non hanno paura di lui, ne dei 20.000 e passa spettatori in stile calcistico, che un loro conoscitore come Alex Liddi non esita a definire “folkloristici”.

Ma quanto questo può condizionare i ragazzi di Mazzieri? ”Certo, può creare pressione, ma può anche servire da stimolo a fare il meglio che possiamo e smentire tutti, è una bella sfida, noi italiani siamo abituati!” sono le parole di Aalex Liddi, uno dei nostri leader.

Ho sempre pensato che le squadre vincenti siano quelle che hanno più storie da raccontare: questa nazionale vi terrebbe per ore davanti al camino, sul divano o sul bancone del bar. Chris Colabello, trascinatore della nazionale dei suoi sogni al Classic di quattro anni fa, che raggiunge il traguardo delle MLB, diventa per mesi il personaggio del momento, poi viene fermato per doping, sta fermo e si rialza. Ora è di nuovo sulla rampa di lancio e questo torneo può significare la vita per lui,. Per un romagnolo che parla italiano meglio di me, ma che è nato dall’altra parte del mondo. Che ho visto minuscolo con una divisa rossa (Chris, era arancione?) ad un torneo a Rimini nel quale suo padre faceva l’arbitro. Alex Liddi che si infortuna all’Europeo, torna in Italia, si allena per mesi e contro il parere di tutti è pronto per il suo terzo Classic. E vuole provare di nuovo l’avventura tra i “pro”. Per lui il Clasic del 2009 fu la rampa di lancio, quello storico del 2013 la consacrazione, questo potrebbe essere il torneo della definitiva ascesa al mondo degli De…ehm, dei buoni!.

Ma non è finita qui, perché in questo gruppo ci sono storie di giovani, come Sebastiano Poma che diventa il miglior battitore dell’IBL giocando per la prima volta in una squadra diversa da quella della sua città, come aveva fatto papà Gianguido, che per vincere il primo titolo, per essere compreso realmente, dovette andare a Bologna per tre anni. Hs conquistato il posto in azzurro, vincendo concorrenze agguerrite e ora è l’unico parmigiano a tenere alto i colori della sua città nel mondo. Poi c’è Tiago Da Silva, un altro “parmigiano” d’amore, visto che è sposato con una parmigiana, sangue brasiliano, ma cuore italiano ”Qui siamo tutti italiani!” rispose piccato in unforum a un tifoso ai tempi degli europei di settembre.

E’ anche il Classica di Paolino Ambrosino, che con grande attaccamento, come quattro anni fa, è rimasto con il gruppo, solo per passione e attaccamento, nonostante la seconda esclusione. E’ quello del giovanissimo Mercuri, che sta vivendo il sogno di ogni bambino a Disneyland, pur non facendo parte del roster. E’ il sogno di “Pippo Crepaldi”, inserito all’ultimo nel roter dei 28, un premio alla sua passione e al suo talento.

Vai, Italia, facci sognare: ci andiamo insieme nell’arena, senza paura… e la pianteremo molto alta, quella bandiera…il più tardi possibile! Siamo italiani, tutti: facciamolo!”